PARCO NAZIONALE D'ABRUZZO - VAL DI ROSE E IL CAMOSCIO D'ABRUZZO
20 Giugno 2008 - Villetta Barrea - Parco Nazionale d'Abruzzo

Cammino lungo la riva del fiume facendo attenzione a non infangare eccessivamente scarpe e pantaloni, anche se ormai è troppo tardi: la terra ha già coperto completamente le Onitsuka Tiger bianche e buona parte dei jeans. Non era prevista l'escursione nel mezzo dell'acquitrino, ma il ragazzo dell'ufficio del parco ci aveva segnalato la presenza di un branco di cervi lungo il fiume.
Gianluca, il mio compagno di viaggio, mi precede di pochi passi. Lui almeno ha gli scarponcinie non le Onitsuka!
Dei cervi avevamo visto le tracce pochi metri prima, ma l'atmosfera nell'acquitrino ricco di vegetazione è piatta: nessun rumore. Dentro di me penso che ne è valsa comunque la pena: anche senza vedere i cervi, quel posto sembra avere un'aria mistica. Difficilmente i cervi saranno ancora qui...
Invece d'un tratto, senza che noi emettessimo apparentemente alcun rumore, da una decina di metri alla nostra sinistra il sordo scatto di zoccoli che pestano l'acqua ci coglie di sorpresa: ci voltiamo all'istante e dalla folta vegetazione che lo celava, esce l'intero branco, che arranca nei pochi centimetri di acqua e fango dell'acquitrino, di corsa, sollevando spruzzi e frastuono. Sono almeno sette o otto individui, di cui alcuni giovani, ma apparentemente nessun maschio. Porto veloce la reflex all'occhio e libero una raffica di 17 scatti, godendomi la scena tra un click e l'altro!
I cervi fuggono in direzione opposta appena si accorgono della nostra presenza. E' incredibile quanto siamo arrivati vicini senza che loro si accorgessero di noi e noi di loro...
In un attimo sono lontani, quasi invisibili a causa della vegetazione che si frappone tra noi e loro. Ci siamo sopresi a vicenda! Lentamente avanziamo di nuovo, mi sento un po' in colpa per averli spaventati, ma dopo l'impatto iniziale ora sembrano molto tranquilli: brucano e bevono e non si curano eccessivamente di noi. Ho le gambe nel fango liquido fino alle caviglie! Lo sento addirittura sulla pelle dei piedi, visto che i calzini di spugna lo hanno assorbito completamente... penso a cosa avrei indossato la sera: non ho scarpe di ricambio (solo gli scarponcini da montagna) e nemmeno pantaloni.
Pochi passi e siamo di nuovo in vista dei cervi. Questa volta siamo abbastanza lontani da non spaventarli. Mi accuccio sopra al treppiede immerso nel fango e inizio a fotografare: un cerbiatto si accosta alla madre per nutrirsi, poi si volta anch'esso e inizia e guardarmi. Brucano paciosi.
Un cerbiatto si china sotto alla madre per allattarsi...
Il cerbiatto mi guarda per qualche secondo, prima di seguire la madre e scomparire lentamente nella boscaglia verso il fiume...
Restiamo a osservare e fotografare i cervi una ventina di minuti, poi facciamo ritorno all'auto maleodoranti ma contenti per l'esperienza appena vissuta. Il tempo per la spesa (fatta da Gianluca perchè io puzzo troppo) pensando all'escursione di domani (siamo diretti in Val di Rose per fotografare il camoscio d'abruzzo) e poi di corsa a Civitella Alfedenza, nella speranza di vedere il lupo nell'area faunistica. Nulla da fare, ma va bene così.
Si parte per il Bed&Breakfast a Scontrone, che dista una ventina di minuti, per dare una sciacquata alle scarpe. Peccato che lo scarico della doccia non funzioni a dovere... Poi cenetta a Alfedena (con scarpocini ai piedi e pantalone da trekking), due chiacchiere con i gestori del B&B e veloci a dormire: domani la sveglia suonerà alle 5:00. Destinazione Val di Rose e i suoi camosci.
Le condizioni pietose delle mie scarpe al rientro in auto...
21 Giugno 2008 - Scontrone - Parco Nazionale d'Abruzzo

Il sole tiepido che è appena sorto sopra ai monti a est, che ci ha scaldati appena fuori dal B&B, non ha ancora illuminato il versante della valle dove sorge il paese di Barrea. Con l'auto procediamo stanchi verso Civitella Alfedena per imboccare il sentiero della Val di Rose, quando in un prato in lontananza vediamo il regale palco di un cervo, che ieri non avevamo potuto ammirare. Troppo distante per una foto, ci limitiamo ad ammirarlo, poi proseguiamo per la nostra via, con un occhio al bel monte dorato che si specchia nel lago di Barrea.
Sono le 6:20, quando imbocchiamo il sentiero, e solo al quel punto mi rendo conto di essere proprio fuori forma! La pietraia che sale verso Passo Cavuto è dura da affrontare, però in cima ci attendono i camosci: vorrei fotografarli il prima possibile, prima che la luce sia troppo dura. Ma è già tardi...
Giunti a qualche centinaio di metri dal Passo, non si fanno attendere! Corrono lungo i pendii, si inerpicano su rocce scoscese...
Un camoscio in cima alle rocce che delimitano Passo Cavuto...
E' uno scattare continuo dal punto del primo avvistamento fin sopra al Passo, senza sosta! A volte sono vicinissimi, da fargli il ritratto! Purtroppo la luce non è delle migliori...
Un giovane e confidente camoscio si mette in posa per un bel ritratto, appena svalicato il Passo...
Un camoscio in corsa lungo un pendio poco dopo aver superato Passo Cavuto
Durante le pause, possiamo ammirare le splendide valli che si dipanano da Passo Cavuto: la Val di Rose da cui siamo saliti e la Jannanghera verso cui scenderemo. E poi la zona del Passo dell'Orso, visibile dal rifugio di Forca Resuni, dove mangiamo in compagnia di ragazzi conosciuti sul posto.
Gianluca indica sulla mappa il rifugio di Forca Resuni. I due sentieri che partono da Civitella sono quello della Val di Rose e quello della Valle Jannanghera, rispettivamente nostri percorsi di andata e ritorno.
Nella foto di Gianluca si vede il rifugio di Forca Resuni. In primo piano ci sono io, lungo il sentiero che porta al rifugio
Un camoscio mi guarda incuriosito...
Camoscio d'Abruzzo. Il manto purtroppo è quasi quello estivo, molto bello di quello invernale che stanno perdendo. A Novembre dovrebbero rimetterlo, speriamo di poter tornare a fotografarlo...
All'inizio della discesa verso la valle Jannanghera, due camosci fanno bella mostra di loro sul crinale di un gigantesco sasso, ma ormai sono troppo stanco e appagato per scattare nuovamente...
Una foto invitante, non c'è che dire... ma la stanchezza inizia a farsi sentire, e Gianluca ne approfitta per ritrarmi impietosamente con la "preda" sullo sfondo... :-)
Tre ore di cammino in mezzo ai boschi dell'Abruzzo ci attendono per tornare al B&B. Raggiunta l'auto a Civitella, una volata a comprare scarpe e pantaloni nuovi (quelli di ieri sono inutilizzabili), riposo, qualche scatto al tramonto, cena a Castel di Sangro e poi di corsa di nuovo a dormire.
Domani si torna a casa.
Scatto al tramonto da Barrea, prima di andare a cena...
PARCO NAZIONALE D'ABRUZZO - VAL DI ROSE E IL CAMOSCIO D'ABRUZZO
20 Giugno 2008 - Villetta Barrea - Parco Nazionale d'Abruzzo

Cammino lungo la riva del fiume facendo attenzione a non infangare eccessivamente scarpe e pantaloni, anche se ormai è troppo tardi: la terra ha già coperto completamente le Onitsuka Tiger bianche e buona parte dei jeans. Non era prevista l'escursione nel mezzo dell'acquitrino, ma il ragazzo dell'ufficio del parco ci aveva segnalato la presenza di un branco di cervi lungo il fiume.
Gianluca, il mio compagno di viaggio, mi precede di pochi passi. Lui almeno ha gli scarponcinie non le Onitsuka!
Dei cervi avevamo visto le tracce pochi metri prima, ma l'atmosfera nell'acquitrino ricco di vegetazione è piatta: nessun rumore. Dentro di me penso che ne è valsa comunque la pena: anche senza vedere i cervi, quel posto sembra avere un'aria mistica. Difficilmente i cervi saranno ancora qui...
Invece d'un tratto, senza che noi emettessimo apparentemente alcun rumore, da una decina di metri alla nostra sinistra il sordo scatto di zoccoli che pestano l'acqua ci coglie di sorpresa: ci voltiamo all'istante e dalla folta vegetazione che lo celava, esce l'intero branco, che arranca nei pochi centimetri di acqua e fango dell'acquitrino, di corsa, sollevando spruzzi e frastuono. Sono almeno sette o otto individui, di cui alcuni giovani, ma apparentemente nessun maschio. Porto veloce la reflex all'occhio e libero una raffica di 17 scatti, godendomi la scena tra un click e l'altro!
I cervi fuggono in direzione opposta appena si accorgono della nostra presenza. E' incredibile quanto siamo arrivati vicini senza che loro si accorgessero di noi e noi di loro...
In un attimo sono lontani, quasi invisibili a causa della vegetazione che si frappone tra noi e loro. Ci siamo sopresi a vicenda! Lentamente avanziamo di nuovo, mi sento un po' in colpa per averli spaventati, ma dopo l'impatto iniziale ora sembrano molto tranquilli: brucano e bevono e non si curano eccessivamente di noi. Ho le gambe nel fango liquido fino alle caviglie! Lo sento addirittura sulla pelle dei piedi, visto che i calzini di spugna lo hanno assorbito completamente... penso a cosa avrei indossato la sera: non ho scarpe di ricambio (solo gli scarponcini da montagna) e nemmeno pantaloni.
Pochi passi e siamo di nuovo in vista dei cervi. Questa volta siamo abbastanza lontani da non spaventarli. Mi accuccio sopra al treppiede immerso nel fango e inizio a fotografare: un cerbiatto si accosta alla madre per nutrirsi, poi si volta anch'esso e inizia e guardarmi. Brucano paciosi.
Un cerbiatto si china sotto alla madre per allattarsi...
Il cerbiatto mi guarda per qualche secondo, prima di seguire la madre e scomparire lentamente nella boscaglia verso il fiume...
Restiamo a osservare e fotografare i cervi una ventina di minuti, poi facciamo ritorno all'auto maleodoranti ma contenti per l'esperienza appena vissuta. Il tempo per la spesa (fatta da Gianluca perchè io puzzo troppo) pensando all'escursione di domani (siamo diretti in Val di Rose per fotografare il camoscio d'abruzzo) e poi di corsa a Civitella Alfedenza, nella speranza di vedere il lupo nell'area faunistica. Nulla da fare, ma va bene così.
Si parte per il Bed&Breakfast a Scontrone, che dista una ventina di minuti, per dare una sciacquata alle scarpe. Peccato che lo scarico della doccia non funzioni a dovere... Poi cenetta a Alfedena (con scarpocini ai piedi e pantalone da trekking), due chiacchiere con i gestori del B&B e veloci a dormire: domani la sveglia suonerà alle 5:00. Destinazione Val di Rose e i suoi camosci.
Le condizioni pietose delle mie scarpe al rientro in auto...
21 Giugno 2008 - Scontrone - Parco Nazionale d'Abruzzo

Il sole tiepido che è appena sorto sopra ai monti a est, che ci ha scaldati appena fuori dal B&B, non ha ancora illuminato il versante della valle dove sorge il paese di Barrea. Con l'auto procediamo stanchi verso Civitella Alfedena per imboccare il sentiero della Val di Rose, quando in un prato in lontananza vediamo il regale palco di un cervo, che ieri non avevamo potuto ammirare. Troppo distante per una foto, ci limitiamo ad ammirarlo, poi proseguiamo per la nostra via, con un occhio al bel monte dorato che si specchia nel lago di Barrea.
Sono le 6:20, quando imbocchiamo il sentiero, e solo al quel punto mi rendo conto di essere proprio fuori forma! La pietraia che sale verso Passo Cavuto è dura da affrontare, però in cima ci attendono i camosci: vorrei fotografarli il prima possibile, prima che la luce sia troppo dura. Ma è già tardi...
Giunti a qualche centinaio di metri dal Passo, non si fanno attendere! Corrono lungo i pendii, si inerpicano su rocce scoscese...
Un camoscio in cima alle rocce che delimitano Passo Cavuto...
E' uno scattare continuo dal punto del primo avvistamento fin sopra al Passo, senza sosta! A volte sono vicinissimi, da fargli il ritratto! Purtroppo la luce non è delle migliori...
Un giovane e confidente camoscio si mette in posa per un bel ritratto, appena svalicato il Passo...
Un camoscio in corsa lungo un pendio poco dopo aver superato Passo Cavuto
Durante le pause, possiamo ammirare le splendide valli che si dipanano da Passo Cavuto: la Val di Rose da cui siamo saliti e la Jannanghera verso cui scenderemo. E poi la zona del Passo dell'Orso, visibile dal rifugio di Forca Resuni, dove mangiamo in compagnia di ragazzi conosciuti sul posto.
Gianluca indica sulla mappa il rifugio di Forca Resuni. I due sentieri che partono da Civitella sono quello della Val di Rose e quello della Valle Jannanghera, rispettivamente nostri percorsi di andata e ritorno.
Nella foto di Gianluca si vede il rifugio di Forca Resuni. In primo piano ci sono io, lungo il sentiero che porta al rifugio
Un camoscio mi guarda incuriosito...
Camoscio d'Abruzzo. Il manto purtroppo è quasi quello estivo, molto bello di quello invernale che stanno perdendo. A Novembre dovrebbero rimetterlo, speriamo di poter tornare a fotografarlo...
All'inizio della discesa verso la valle Jannanghera, due camosci fanno bella mostra di loro sul crinale di un gigantesco sasso, ma ormai sono troppo stanco e appagato per scattare nuovamente...
Una foto invitante, non c'è che dire... ma la stanchezza inizia a farsi sentire, e Gianluca ne approfitta per ritrarmi impietosamente con la "preda" sullo sfondo... :-)
Tre ore di cammino in mezzo ai boschi dell'Abruzzo ci attendono per tornare al B&B. Raggiunta l'auto a Civitella, una volata a comprare scarpe e pantaloni nuovi (quelli di ieri sono inutilizzabili), riposo, qualche scatto al tramonto, cena a Castel di Sangro e poi di corsa di nuovo a dormire.
Domani si torna a casa.
Scatto al tramonto da Barrea, prima di andare a cena...