ABRUZZO 2013, MOTOFERRATA
Il fascino delle Montagne è nel silenzio; nella loro immobile quiete. E' nel guardare lontano uno sfondo che muta a poco a poco, nel giro di minuti, al lento procedere del passo, spesso stanco. Chi ama il rumore dei motori che il vento e gli echi portano su in alto dalla valle e dai tornanti delle strade asfaltate? Nessuno.
Il fascino delle Montagne è nell'isolamento; nella sensazione di non poter essere raggiunti. Chi ama il suono di un telefono mentre pasteggia a vino e polenta nel rifugio?
Il fascino delle Montagne è nella fatica; nell'appagamento di aver superato un limite. Chi ama i motociclisti che arrivano in fondo alla seggiovia bagnati solamente del sudore dei loro caldi indumenti protettivi, invece che di quello dello sforzo fisico?
Nessuno! Quindi ora, a un anno di distanza, alla vigilia di una nuova partenza, non posso che chiedermi cosa mi abbia spinto ad avventurarmi in Abruzzo in sella a una Hornet, con una previsione di 300 Km di asfalto giornalieri, da consumare alla presenza di Fabrizio, capace, contro ogni previsione, di produrre due post sulla nota piattaforma social conosciuta come facebook usando la mano sinistra mentre la destra sorreggeva il suo peso aggrappata alla solida roccia del Corno Piccolo (con tanto di autoscatto, ops... da quest'anno si dice selfy).
Il fascino delle Montagne, in fondo, è nella libertà. La moto è libertà. Non assalire Fabrizio mentre posta è rispetto della sua libertà. Io amo la libertà: è questa la risposta che mi sono dato.

Questo articolo si presume scritto per un sito web che si presume tratti di fotografia naturalistica. L'attento lettore, forse anche un po' pignolo, potrebbe obiettare, nel corso della lettura, che la quantità e la qualità delle immagini proposte sposino un tal sito come un ranocchio sposa una principessa. Mettendo da parte le fiabe e le numerose principesse sgraziate e scostanti che la storia ci regala, non posso che avallare la tesi del pignolo lettore, che comunque può sempre cambiare pagina con un semplice click (inserisco di seguito, a suo vantaggio, un comodo ed educativo link naturalistico).
Partenza il 12 Luglio 2013, ritorno il 16 Luglio (stesso anno, purtroppo): quattro giorni e mezzo da centauri, mezza giornata da camosci (per chi non avesse familiarità con le scale cartometriche, i percorsi evidenziati in figura sono esclusivamente quelli percorsi in moto)
Venerdì 12 Luglio 2013: Perugia - Celano (percorso rosso: vedi mappa)

Passato da qualche minuto il pranzo, da Marsciano, muoviamo lungo la E45 in direzione di Terni. Raccolto Gianluca in prossimità di Todi, proseguiamo il cammino fin dentro il capoluogo, dove prendiamo la provinciale in direzione Valnerina. E' una giornata piacevole ma lo spettro di acquazzoni in serata consiglia di non prendersela troppo comoda. Il tragitto è stato rigidamente stabilito nel briefing della settimana precedente in casa di Fabrizio: primo briefing di una lunga serie. All'altezza di Papigno si attraversano gli studi cinematografici de "La vita è bella" e si prosegue verso Marmore e poi il lago di Piedilugo. E' una tratto "nervoso", con molte curve strette e traffico d'ogni tipo. Superato il lago, dove la strada diventa di nuovo piacevole, un bivio sulla sinistra indica l'abitato di Labro, che visto dalla SP5 risulta una delizia per gli occhi. Anche la strada è molto divertente e ci conduce rapidamente a Leonessa, dove possiamo far riposare qualche minuto le natiche acciaccate, ripromettendoci di visitare la città, in futuro. Oggi non c'è tempo, le nuvole che periodicamente oscurano il sole consigliano di rimettersi in marcia. La vita nel paese è quella di un tranquillo pomeriggio estivo, piuttosto ventilato e gradevole. Siamo nel Lazio già da un pezzo e la nostra destinazione è l'Abruzzo, città di Celano. Ci rigettiamo a capofitto lungo la strada, attraversiamo gli abitati di Posta, Borbona e Montereale, dove una cubista reinventatasi badante ci fornisce indicazioni per scendere fino a L'Aquila, dove purtroppo siamo accolti dalla non gratificante visione dei resti del recente terremoto. Il tempo sembra promettere bene, nonostante il vento e le nuvole, così ci concediamo un aperitivo in un accogliente parco poco fuori il centro della città. A pancia piena, più riposati, partiamo in direzione del Parco del Sirente Velino, che attraverseremo in serata per approdare a Celano, accolti dall'indaffarato locatore che ci metterà a disposizione un comodo appartamento per i prossimi tre giorni.
Lungo la strada che attraversa il Parco del Sirente Velino, la bassa luce della sera regala dei piacevoli scorci... la sosta a un semaforo diventa una buona ragione per scattare questa foto che, non fosse per i pali della corrente elettrica, ricorda la Contea di Bilbo Baggins...
Sabato 13 Luglio 2013: Celano - Castel di Sangro - Rocca Calascio - Celano (percorso viola: vedi mappa)

Questa giornata esprime di per se la prova dell'indubbia fallibilità dei briefing, e nello stesso tempo della bellezza del non pianificato (scusate, del mal pianificato...). Prima tappa mattutina improvvisata: visitina alle antenne di Telespazio nella piana del Fucino, un motivo scozzese di strade che si intrecciano ad angolo retto. Seconda tappa mattituina (pianificata): le bellissime gole del Sagittario e la bellissima Scanno, luogo della caccia al serpente, anche se poi alla fine a noi ci hanno lasciato perdere... Da Scanno, qualsiasi persona di buon senso prenderebbe per Barrea, Castel di Sangro e su fino a Roccaraso, dove la fame e la sete, serbatoi inclusi, prevalgono sul dissennato programma giornaliero e lasciano spazio a un fin troppo piacevole pranzo in quota in un semi deserto ristorante in una semi deserta valle, piena di fascino (adoro gli spazi aperti e brulli dell'Abruzzo). Si torna poi verso Pratola Peligna, dove il programma avrebbe previsto un rapido ritorno a Celano. Invece il genio che è in Fabrizio, decide di sbrigare in giornata la pratica Rocca Calascio. Tal progetto, da me suggerito, prevede di ritrovarsi al tramonto nei pressi del bel castello per poterne godere l'atmosfera e poter scattare qualche bella foto...
Una piacevole brezza rinfresca la nostra attesa alla vista della rocca, sdraiati sull'erba o seduti sulla pietra, mentre le nubi cambiano forma e dimensione. Un'attesa di un paio d'ore, finché il sole non sarà sceso oltre l'orizzonte e quelle stesse nubi non avranno preso almeno un po' di colorito...
La spettrale sagoma del castello, come appare al tramonto dal paese di Rocca Calascio...
Il ritorno a Celano, al buio, attraverso la SS5 nel parco del Sirente Velino, ingurgitata dalla vegetazione, è un regalo del navigatore di Gianluca, unica guida sicura nella gelida notte d'Abruzzo...

Domenica 14 Luglio 2013: Parco della Majella (percorso verde: vedi mappa)

Non può piovere per sempre, recitava una canzone... ma neanche può non piovere per sempre: l'acqua tanto temuta arriva proprio oggi, in tutta la sua violenza. Il mattino il tempo è clemente: tramite la E80 arriviamo a Tocco da Casauria, dove iniziamo la salita verso il Passo di San Leonardo, contendendoci la strada con un gara ciclistica.
La Maiella dal Passo di San Leonardo...
Tramite il Valico della Forchetta giungiamo a Lama, appena in tempo per goderci un poderoso temporale comodamente seduti di fronte a un piatto di pasta. Sembra finita, ma nel pomeriggio siamo costretti a vestire gli impermeabili per scongiurare un nuovo pericolo, che si concretizzerà solamente in una fittissima nebbia, che rendendo umida la visiera del casco renderà praticamente impossibile distinguere strada e panorami... le mappe ci avvertono che ci troviamo sul Passo Lanciano. Per Manoppello torniamo a Tocco da Casauria e di nuovo a Celano, per la meritata cena.

Lunedì 15 Luglio 2013: Celano - Rifugio Franchetti, Prati di Tivo (percorso blu: vedi mappa)

Raggiunto facilmente Assergi, saliamo fino a Campo Imperatore, attraverso una strada magica e ariosa, seppur freschina. Dopo la pausa a Campo Imperatore riprendiamo la via verso Prati di Tivo. Questa volta l'asfalto non è per nulla piacevole, pieno di buchi e sassi. Tuttavia i posti sono suggestivi, ai piedi di imponenti pareti rocciose. Il meccanismo di tenuta delle borse laterali della moto raggiunge il suo limite lungo la strada, ma la borsa che rovina sull'asfalto come una tecnologica arma di James Bond non colpisce nessuno e rimane per giunta sull'asfalto senza finire nel precipizio: una bella giornata.
Fabrizio, lungo la via verso Campo Imperatore...
Giunti a Prati di Tivo, lasciamo finalmente le moto e sostituiamo i copertoni con gli scarponi da trekking (Fabrizio alla fine butterà nel cestino questi ultimi, io il copertone della ruota posteriore, che aveva deciso di dare tutto sé stesso, fino alla sua anima...). L'ovovia e un'oretta di cammino ci conducono quindi fino al rifugio Franchetti, dove buona compagnia e buon cibo allietano la nostra serata fino all'ora della nanna.

Martedì 16 Luglio 2013: Rifugio Franchetti - Cima del Corno Piccolo - Perugia (percorso giallo: vedi mappa)

Di buon'ora, caschi(da arrampicata) in testa, partiamo alla volta della ferrata Danesi, che ci condurrà, forse, sulla vetta del Corno Piccolo. In compagnia di Maria Igea, Federico e Carlo, conosciuti la sera precedente, valichiamo la sella dei Corni per dirigerci lungo il sentiero Ventricini, da dove si diparte, dopo qualche centinaio di metri sulla destra, la via Danesi. Percorrerla è stato un piccolo e splendido piacere: non pensavo al "più avanti" e non avevo fretta di tornare. Stavo bene lì dove ero. Non sulla montagna, non lungo la ferrata, né sulla parete, ma proprio lì, su quel sasso, su quel piolo di ferro. Non dovevo essere in nessun altro posto se non quello. Nessuno poteva distrarmi dal salire, dallo scendere, dal sentire la roccia sulla presa della mano. Era tutto così calmo! Bellissima esperienza.
Per l'ora di pranzo eravamo nuovamente al rifugio e, ahimé, alla sera, di nuovo a casa, con un copertone in meno ma qualche ricordo in più... un caro saluto a tutti!!!
Suggestiva immagine dalla cresta del Corno Piccolo: il sentiero che si snoda dall'arrivo dell'ovovia al rifugio Franchetti...